La distorsione di ginocchio è un infortunio che può avvenire durante l'attività sportiva, ma spesso anche casualmente camminando per strada, mettendo semplicemente il piede in una buca.
A fronte di questo infortunio, come prima cosa viene effettuata un accurata anamnesi, indagando con la persona come è avvenuto il trauma. Questo fornisce immediatamente importanti informazioni su quali parti del ginocchio possono essere state lesionate.
E' fondamentale poi passare all'esame obiettivo, che è quello che andrà a chiarire del tutto la situazione. Verifichiamo eventuali presenze di ematomi o tumefazioni, stati di versamento, dolore vivo alla palpazione o instabilità.
C'è infine la possibilità che il medico richieda esami strumentali.
La radiografia, soprattutto nel caso si sia subito un trauma ad alta energia o contusivo, è il primo esame che solitamente viene richiesto, dato che l'osso rimane una parte sempre molto importante.
La radiografia ci offre invece importanti informazioni riguardo eventuali fratture, anche di lieve entità, ed anche qualcosa riguardo lo stato legamentoso.
L'ecografia è molto importante per verificare lo stato dei tendini, ma poi non ci fornisce informazioni su altro, quindi spesso a fronte di una distorsione non viene consigliata.
La risonanza magnetica è l'esame più completo, in grado di fornirci informazioni preziose riguardo praticamente tutte le parti del ginocchio, in particolare per i tessuti capsulo-legamentosi. La risonanza viene quindi prescritta quando lo specialista ritiene che le caratteristiche cliniche sono importanti, oppure quando è presente un dolore che non passa.
La tac, soprattutto in vista di una ricostruzione chirurgica, è fondamentale per vedere i piani ossei.
A seguito di un trauma distorsivo ci si ritrova spesso con problematiche quali lo stiramento del collaterale mediale, la lesione o rottura del legamento crociato o la lesione o rottura del menisco.
In alcuni casi, come ad esempio una lesione isolata di collaterale, può essere indicato un tutore, che lo specialista sblocca gradualmente, unito ad uno specifico percorso riabilitativo, scongiurando quindi l'intervento chirurgico.
Se invece abbiamo una problematica che riguarda il crociato anteriore, magari anche in associazione ad un collaterale, sappiamo essere una situazione che può creare un'instabilità residua, e la guarigione attraverso un percorso conservativo può non essere ottimale.
In fase acuta è in ogni caso molto difficile stabilire se si tratta di lesione o rottura.
Per me quello che conta è soprattutto un discorso clinico, cioè stabilire attraverso specifici test se il ginocchio è instabile.
In questo caso, soprattutto per l'atleta, è molto probabile che l'approccio sia quello chirurgico, dato che l'obiettivo sarà quello di consentirgli di tornare alla sua attività sportiva in sicurezza, riuscendo a "spingere" al 100%.
Su una problematica che riguarda invece i menischi, soprattutto a seguito di un blocco articolare dove la persona non riesce poi più ad estendere l'arto, è molto probabile si debba intervenire in artroscopia.
In relazione all'età del paziente, le sue caratteristiche se la lesione è singola oppure associata ad altro, si decide come procedere.
Sempre più si ha una tendenza alla sutura meniscale, quindi alla conservazione dei menischi, e molte volte anche senza essere operati.
Per informazioni o appuntamenti:
320/4853050
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